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Morbillo: aumenta la copertura vaccinale, ma ancora non basta

Di morbillo si può ancora morire. Secondo il rapporto OCSE la copertura vaccinale per il vaccino MPR è cresciuta di 7 punti nell’ultimo anno, ma nonostante questo rimane intatto il triste primato dell’Italia per il numero di morti causati dalla malattia, per cui un rimedio esiste ed è efficace.

Sul morbillo se ne sono dette tante, spesso in modo negativo, spesso sulla drammatica situazione in Italia. Secondo il rapporto “Health at a glance” dell’OCSE, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, la copertura vaccinale, che nel 2016 aveva raggiunto un minimo dell’85%, è risalita oggi di 7 punti arrivando al 92%, una copertura però ancora inferiore rispetto al 95% necessario per ottenere l’immunità di gregge. Un aumento della copertura che non cancella il triste primato della nostra nazione, secondo cui i casi di morbillo sono 8,9 ogni 100.000 abitanti. Un dato che ci accomuna alla Grecia e che è attualmente inferiore solo alla Romania. Ben lontano comunque dalla media europea di 2,2 casi ogni 100.000 abitanti. In Europa nel 2017 sono stati riportati 17.584 casi di morbillo, con un aumento di oltre tre volte rispetto l’anno precedente.

Facciamo chiarezza: di cosa si tratta? Il morbillo è una malattia infettiva e molto contagiosa causata dal virus del genere Morbillivirus: dopo un periodo di incubazione di circa 10-12 giorni, un solo malato può arrivare a contagiare fino a 18 persone ed è contagioso da qualche giorno prima dell’inizio dei sintomi fino a 4-5 giorni dopo la comparsa del “tipico” esantema. Inizialmente i sintomi possono essere confusi con una patologia influenzale (tosse secca, rinite, febbre); solo dopo 3-4 giorni compare la classica eruzione cutanea, prima dietro le orecchie e sul viso, poi sul resto del corpo. Caratteristico è l’enantema a forma di macchie biancastre all’interno della bocca (macchie di Koplik), che si manifesta generalmente prima dell’esantema. A seguito del morbillo sono state documentate numerose complicanze: otite, laringite, diarrea, polmonite, encefalite, fino ad arrivare alla conseguenza più grave e irreversibile, la morte.

Recentemente l’attenzione sul morbillo si è riaccesa: ha fatto notizia il caso dell’ospedale di Bari, in cui una bambina ricoverata avrebbe contagiato 8 persone. Da qui, come sempre accade in questi casi, si è trascinata per giorni una polemica, spesso anche al di fuori della scienza e della medicina, volta ad indagare le cause del contagio e per cercare di dare un senso a morti che si sarebbero potute evitare con solo un po’ più di buonsenso.

Spesso infatti dietro alla diminuzione della copertura vaccinale si cela la diffusione di teorie antiscientifiche (spesso veicolate tramite i social network senza una fonte attendibile) da parte dei cosiddetti “no-vax”, secondo cui i vaccini provocherebbero effetti collaterali superiori ai benefici, in controtendenza rispetto all’indirizzo consolidato della comunità scientifica che invece ne sottolinea l’assoluta efficacia e sicurezza.

Ma c’è anche un altro fattore che si è dimostrato essere particolarmente incidente sulla copertura vaccinale, come si legge in una ricerca recentemente pubblicata dall’Università Bocconi di Milano e pubblicata sull’European Journal of Public Health a cui ha partecipato Walter Ricciardi, presidente dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità). Secondo questo studio, anche i tagli alla spesa sanitaria pubblica giocano un ruolo di primo piano nella drastica riduzione della copertura vaccinale. In particolare, è stato dimostrato che la specifica copertura del vaccino MPR (efficace contro morbillo, parotite e rosolia) diminuisce di 0,5 punti percentuali per ogni taglio di spesa dell’1%. Nel periodo 2000-2009, ad esempio, la spesa pubblica in Italia è cresciuta costantemente con un tasso medio annuo del 3,5%, mentre è scesa del 2% annuo tra il 2010 e il 2014. Nello stesso periodo, la copertura MPR è passata dal 74,1% nel 2000 al 90,6% nel 2012, per poi scendere all’85,1% nel 2014. In piccolo, anche le singole regioni hanno seguito lo stesso andamento. In Valle d’Aosta, ad esempio, la copertura del l’MPR è scesa dell’11% a fronte di un taglio corrispondente al 6%. Allo stesso modo, con un aumento del 2% della spesa, la Sardegna ha incrementato la copertura vaccinale del 3,8%.

Non solo no-vax e teorie antiscientifiche, quindi, ma anche una concreta difficoltà data dai continui tagli alla spesa sanitaria pubblica che incidono negativamente sulle scelte di salute degli italiani.

BIBLIOGRAFIA

  • M. Faccini, A. Lamberti, S.Senatore, Le vaccinazioni nel calcio, in Medico del calcio – il manuale, Hoepli, 2018
  • V. Toffolutti, M. McKee, A. Melegaro, W. Ricciardi, D. Stuckler, Austerity, measles and mandatory vaccination: cross-regional analysis of vaccination in Italy 2000–14, European Journal of Public Health, Vol. 0, No. 0, 1–5, 2018
  • http://www.epicentro.iss.it/problemi/morbillo/aggiornamenti.asp

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