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vaccino antinfluenzale 23/24

L’influenza è una malattia importante che può richiedere il ricovero ospedaliero e talvolta avere esito fatale (il conteggio dei morti a livello mondiale supera abbondantemente il centinaio di migliaia di persone l’anno), anche se fortunatamente per soggetti giovani in buona salute in genere rappresenta solo una pausa forzata di qualche giorno.

Ciascuna stagione influenzale è differente dalle precedenti e l’infezione può colpire le persone in modo diverso: nelle recenti stagioni influenzali l’80-90% delle morti legate all’influenza si sono verificate in soggetti con almeno 65 anni, ma paradossalmente la terribile influenza Spagnola aveva al contrario colpito più i giovani.

In Italia la “stagione influenzale” è spesso sovrapponibile temporalmente alla stagione invernale, ma possono esserci variazioni anche importanti da un anno all’altro.

Un vaccino antinfluenzale stagionale annuale è il modo migliore per ridurre le probabilità di ammalarsi e di contagiare altri individui: quando più persone si vaccinano contro l’influenza, il virus avrà maggiori difficoltà a diffondersi nella popolazione.

In Italia le raccomandazioni annuali relative al vaccino antinfluenzale sono elaborate dal Ministero della Salute, in accordo alle disposizioni dell’OMS e considerazioni specifiche relative al nostro Paese.
Quando farlo?

Idealmente bisognerebbe sottoporsi alla vaccinazione nella seconda metà di novembre, così da essere immunizzati prima dell’arrivo delle festività (periodo comunemente associato all’inizio della fase epidemica). È comunque possibile e utile vaccinarsi anche in seguito, se non fosse stato possibile farlo prima.

Quali sono gli effetti collaterali?

Anche se il vaccino non può causare influenza, si possono manifestare alcuni effetti collaterali che tuttavia sono in genere modesti e di breve durata; tra i più comuni ricordiamo dolore, rossore, eritema o gonfiore del punto di inoculazione, malessere generale per qualche giorno, talvolta associato a febbre (bassa) e dolori muscolari.

Cos’è il vaccino tetravalente?

Se il vaccino antinfluenzale tradizionale permetteva di proteggersi dai tre principali virus previsti per la stagione, la formulazione tetravalente aggiunge un ulteriore ceppo virale (sempre suggerito dall’OMS) per aumentare l’efficacia della copertura.

Si consiglia quindi di preferire questa formulazione quando disponibile.

Quanto costa il vaccino antinfluenzale?

Le categorie considerate a rischio dalle Linee Guida Ministeriali possono accedere gratuitamente alla vaccinazione attraverso il proprio medico curante, mentre per gli altri pazienti il costo è variabile a seconda del vaccino (indicativamente tra i € 10-20).

Si può fare il vaccino in gravidanza?

La scelta ultima va presa in accordo con il ginecologo, ma le Linee Guida Ministeriali invitano tutte le donne incinte a sottoporsi alla vaccinazione per proteggersi dalle temibili complicanze dell’infezione durante la gestazione.

Quando si è contagiosi?

Si può essere contagiosi prima di sapere di essersi ammalati, nonché durante il decorso. La maggior parte degli adulti sani può trasmettere l’influenza dal giorno prima della comparsa dei sintomi fino a 5-7 giorni dopo. Alcuni, specie bambini piccoli e soggetti con sistemi immunitari fragili, potrebbero rimanere contagiosi anche più a lungo.
La vaccinazione antinfluenzale dovrà iniziare poco dopo la disponibilità del vaccino, se possibile all’inizio di ottobre, e andare a coprire la grande maggioranza della popolazione (quest’anno l’offerta del Sistema Sanitario Nazionale viene anticipata, in considerazione della probabile sovrapposizione della COVID-19). La Circolare 21 aprile 2023 “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2023-2024” raccomanda comunque, compatibilmente con la disponibilità di vaccino, di offrire la vaccinazione ai soggetti eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se si presentano in ritardo per la vaccinazione.

In genere finché i virus dell’influenza sono in circolazione la vaccinazione viene comunque offerta, anche fino a gennaio ed oltre. Anche se focolai influenzali possono verificarsi anche in novembre-dicembre, per lo più la stagione dell’influenza ha il suo picco in gennaio o dopo. Poiché dopo la vaccinazione sono necessarie circa due settimane per lo sviluppo degli anticorpi di protezione dall’infezione del virus influenzale, è meglio che le persone siano vaccinate in modo da proteggerle dall’influenza prima che ne inizi la diffusione nelle loro comunità.

Il vaccino antinfluenzale è prodotto da aziende private; la disponibilità dipende dal loro ciclo produttivo. Le consegne iniziano ad ottobre e continuano per tutta la stagione.
Benché l’efficacia della vaccinazione antinfluenzale possa variare, ci sono comunque parecchi motivi per farsi vaccinare ogni anno.

Più di ogni altra considerazione si può prevenire la malattia e la protezione di un individuo si estende a soggetti vicini più vulnerabili a gravi forme influenzali.
La vaccinazione antinfluenzale può aiutare a proteggere individui a maggior rischio di contrarre l’influenza in forma grave, come gli anziani, soggetti con malattie croniche e bambini piccoli (specie se lattanti con meno di 6 mesi, non ancora vaccinabili).
Può anche attenuare l’influenza se comunque contratta.
Può ridurre il rischio di conseguenze gravi dell’influenza, come il ricovero ospedaliero.
Uno studio recente* ha mostrato che, nelle stagioni influenzali dal 2010 al 2012, la vaccinazione antinfluenzale ha ridotto il rischio di ricovero di bambini in unità di terapia intensiva pediatrica del 74%.
Uno studio ha rilevato che, nelle stagione influenzali 2011-2012, la vaccinazione antinfluenzale era associata a una riduzione del 71% dei ricoveri ospedalieri legati all’influenza degli adulti a prescindere dall’età e del 77% negli adulti con almeno 50 anni.
La vaccinazione antinfluenzale è un importante strumento di prevenzione nei soggetti con malattie croniche. La vaccinazione è risultata associata a una minor frequenza di alcuni eventi cardiaci in soggetti cardiopatici, specialmente negli individui reduci da un evento cardiaco nell’ultimo anno. La vaccinazione antinfluenzale ha anche mostrato un’associazione con una riduzione dei ricoveri ospedalieri nei soggetti con diabete (79%) e malattie polmonari croniche (52%).
Aiuta a proteggere le donne in gravidanza e i loro neonati fino a 6 mesi dalla nascita. Uno studio ha mostrato che la somministrazione a donne incinta aveva un’efficacia del 92% nel prevenire il ricovero ospedaliero per influenza di bambini piccoli.
Altri studi hanno mostrato che la vaccinazione può ridurre i rischi di ricovero ospedaliero conseguente all’influenza negli anziani. Uno studio che guardava all’efficacia del vaccino nell’arco di tre stagioni ha stimato che la vaccinazione antinfluenzale ha ridotto il rischio di ricovero ospedaliero del 61% in soggetti di almeno 50 anni.
*I riferimenti degli studi elencati sopra sono disponibili in https://www.cdc.gov/flu/prevent/benefit-publications.htm

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